Questo è un testo personalissimo, pieno di brillanti paradossi, agile ed immediato come lo possono essere appunti che tendono alla loro forma definitiva, conservando l'impeto originario del pensiero e l'intensità problematica connessa al domandare filosofico. Il titolo suggerisce tanto la negazione dell'ontologia tradizionale quanto la funzionalità trascendentale dell'essere rispetto alle esigenze della vita e dell'azione. In breve, uno scritto che dà da pensare. L'Autore ci consegna la sua eredità filosofica, completando l'itinerario che si era aperto con "Tra essere e inconscio" (2005). "L'essere non è, ma funziona" è un libro consapevolmente antiaccademico con spunti attinti dalla psicoanalisi e da un significativo interesse per la potenza delle immagini. La prima parte è metodologica e scava con gli strumenti della filosofia; le ultime considerazioni rivelano uno spirito aristocratico, una sottile ironia contro la banalità dei miti di una società di massa.