Gianfranco Miglio, con una metafora efficace, equiparava la politica a un «cristallo». Esaminarne la struttura unitaria e le diverse sfaccettature, seguendo un approccio originale rispetto alle principali correnti degli studi politici contemporanei, è l'obiettivo di questo volume. I cinque capitoli in cui si articola - dedicati alla comunità, al potere, all'organizzazione, al nemico, al tempo - vedono dialogare due distinte modalità di concepire il politico. La prima è legata alla tradizione del realismo politico - a partire da classici come Tucidide, Machiavelli e Hobbes -; la seconda è quella che, a partire soprattutto dagli anni Ottanta del secolo scorso, ha spostato l'attenzione verso la dinamica di auto-rappresentazione che definisce ogni comunità politica, che la fa esistere in quanto spazio ideale percepito come comune: una concezione "estetica" che implica una revisione sostanziale dei modi di definire il politico: la "natura umana", immutabile nella tradizione del realismo politico, viene così collegata anche a dispositivi di potere, pratiche discorsive, mutamenti storici. Emerge così nel cristallo del politico - forse persino nella sua struttura costitutiva - una dimensione relativa alla costruzione e alla costante ridefinizione di quello spazio percepito - a dispetto dei conflitti e dei disaccordi - come "comune".