Mai come in questi mesi, il concetto di libertà è stato al centro di dibattiti e riflessioni politiche e giornalistiche. La necessità di una chiarificazione concettuale e filosofica si impone. Dove inizia e dove finisce la nostra libertà? Come definirla? Chi ne è il titolare, l'individuo o lo Stato? Quale ne è il fondamento? Il dibattito ha interessato da sempre filosofi, che hanno opposto la libertà ora alla necessità, ora all'autorità, ora al male, ora alla forza predominante delle passioni da cui dobbiamo liberarci. L'autore segue in queste pagine due percorsi apparentemente divergenti: uno più teoretico, che interroga pensatori come Kant, Hegel, Schelling, Heidegger, Martinetti, Tilgher, Croce, Gentile, Pareyson; un altro più pratico-politico, al cui centro sono le riflessioni di Machiavelli, Harrington, Montesquieu, Humbold, Constant, Tocqueville, Stuart Mill, Berlin, Bobbio. Mettendo i due percorsi in tensione e contraddicendoli reciprocamente, l'idea di libertà emerge come idea-limite e metafora della condizione umana segnata dalla finitezza.