In un tempo in cui il desiderio di cambiamento si fa sempre più irrequieto e indifferenziato, anche per l'impressione di non poter incidere significativamente sulle dinamiche che sembrano governare il mondo, la filosofia ci ricorda che né l'uomo né la realtà sono irrimediabilmente imprigionati in ciò che è. Al contrario, "vivere la filosofia" significa adottare un atteggiamento esistenziale che non si limita a porsi domande sul senso della vita, ma su di esse costruisce una pratica di trasformazione della propria visione del mondo e della propria maniera di vivere. Così, riconoscendo la trascendenza come privilegiata esperienza di senso e sperimentando l'originaria forza maieutica della filosofia, chiama la vita a una più compiuta possibilità d'essere. Montanari ci guida alla sperimentazione di quegli "esercizi spirituali" che Pierre Hadot riconosceva come il cuore della filosofia antica e che, opportunamente ripensati - anche grazie al fecondo incontro con la filosofia di Michel Foucault, Peter Sloterdjik, María Zambrano e Romano Màdera -, si rivelano tuttora capaci di orientare l'esistenza verso quella che i filosofi greci chiamavano "la piena fioritura dell'umanità".