La dimensione mistica viene spesso associata a religioni o a discipline spirituali formali, eppure si tratta di un'esperienza universale accessibile a ognuno di noi. I momenti di estasi si manifestano come un «sentimento oceanico» di profonda connessione con il mondo, come slancio verso il tutto e fusione dei sensi, che trascinano la percezione del sé, sfumano i confini, aboliscono spazio e tempo. Attraverso una raffinata escursione storico-culturale, questo saggio mostra come l'estasi possa irrompere in qualsiasi momento a chiunque sia sufficientemente aperto alla ricerca di senso, non solo durante una preghiera o una meditazione, ma anche durante l'atto amoroso più profondo oppure, come è successo spesso nella storia, tramite il ricorso a sostanze psicotrope. Romano Màdera, filosofo e psicoanalista, offre qui un'appassionata indagine di un fenomeno renitente a qualsiasi classificazione che da sempre suscita interesse nella più varia umanità. Dopo un'analisi antropologica e filosofica della «mistica selvaggia», come la definiva Michel Hulin, vengono riportate le testimonianze di Freud, Jung e Fachinelli sugli effetti rigenerativi dell'estasi in campo terapeutico e psicoanalitico. Al centro dell'analisi entrano poi le varie fenomenologie mistiche: dagli approcci religiosi ecumenici, che giungono fino a Panikkar e Thích Nhâ't Ha.nh, alle manifestazioni laiche o atee nei casi esemplari di Rosa Luxemburg e Fritz Mauthner. Infine, nel contesto di una filosofia rinnovata - intesa non tanto come sapere intellettuale ma come schietto stile di vita - vengono proposte alcune pratiche per esercitare l'occhio a cogliere lo splendore trascurato del mondo. Muovendo da molteplici suggestioni, questo saggio restituisce la complessità - e al contempo la disarmante naturalezza - di un fenomeno che risponde a una ricerca spirituale sempre più diffusa nella disorientata società contemporanea.