Ormai è una tendenza generale delle filosofe e delle teologhe femministe affermare che il Dio concepito sino ad ora dal genere umano sia stato di fatto il Dio dei soli uomini, tale da escludere da Sé la sua sussistenza femminile. Un Dio quindi rispetto cui la donna non potrebbe che assumere una funzione subalterna, non paritetica all'uomo nel livello della Coscienza. Ma non basta essere donna per poter parlare di un Dio al femminile. Occorre che le Donne affermino la realtà e l'esistenza di una Divinità androgina, che unisca in Sé i due principi archetipali assoluti maschile e femminile. La novità di questo saggio è allora proprio quella di elaborare una prima forma di Cristologia al Femminile, che testimoni in che modo la figura di Cristo quale sorgente di ogni Amore possa effettivamente aiutare la Donna ad orientarsi non più all'Io personalistico di se stessa e dell'uomo, ma all'Io spirituale, che è uno nei due distinti corpi dell'uomo e della donna.