La fenomenologia husserliana, ancorché validamente contestata nella sua pretesa di rigore scientifico capace di raggiungere evidenze apodittiche e risolutive, resta un metodo da seguire se si vuol guadagnare una certa lucidità e chiarezza sul senso delle parole cui facciamo ricorso. Anche per la comprensione di quella di "sacramento" giova quindi ripercorrere fenomenologicamente la sua genesi, rivenendo sui vissuti che hanno reso possibile il concepirne la nozione; marcatamente sulle esperienze di incontro con l'altro che ci avvicina come profeta che annuncia, o come partner che invita, o come infermo che sollecita. Prima di definire il rito che sancisce una comunicazione di grazia, "segno efficace" descrive la dinamica dell'incontro con l'altro uomo che interpella e convoca, e che trasforma chi se ne lascia coinvolgere. Dinamica già all'opera in ogni trasmissione di segni, in ogni tradizione che insegni e consegni.