Questo libro offre una sintesi del pensiero di Krishnamurti sulla condizione umana e sugli eterni problemi della vita. Le sue parole sono tratte da più di cento discorsi, che risalgono all'anno più produttivo della sua vita. Fu lo stesso Krishnamurti a chiedere a Mary Lutyens, sua grande amica e autrice dell'unica sua biografia completa (La vita e la morte di Krishnamurti, Ubaldini, Roma 1990), di compilare per lui questo libro suggerendone il titolo. Le parole sono sue, inalterate; la disposizione, intesa per facilitare la comprensione del lettore, è di Mary Lutyens. Secondo Krishnamurti è possibile cambiare noi stessi radicalmente a qualunque età, non in un lungo periodo di tempo ma istantaneamente, e, cambiando noi stessi, è possibile cambiare tutta la struttura della società e dei nostri rapporti. Il bisogno vitale del cambiamento e la sua necessità sono l'essenza di ciò che Krishnamurti vuol comunicare. Non si può parlare di insegnamento di Krishnamurti perché egli stesso non si pone come un maestro; non si può parlare di una sua filosofia perché egli non vuole essere detto filosofo. Krishnamurti stesso dice che le sue parole sono soltanto uno specchio in cui rimirarci. Chi sa guardare intrepidamente se stesso nello specchio delle sue parole non sarà mai più lo stesso, ma se lo specchio è appannato dal caldo alito della discordia non si potrà vedere assolutamente nulla.