Un secolo dopo la sua pubblicazione in Germania è edito in traduzione italiana il primo libro del giurista tedesco Hermann Heller. Nel 1921 Heller dava alle stampe la sua monografia su Hegel e il pensiero nazionale dello Stato come potenza. L'opera contiene le prime riflessioni di uno tra i più lucidi interpreti dell'epoca di Weimar (1919-1933). Tra le sue pagine si trova una veemente critica dello Stato come potenza espansionistica, ma anche e soprattutto il senso di una radicale insoddisfazione per la scienza politica e giuridica del Novecento, con le sue aspirazioni a subordinare il diritto alla potenza dello Stato che si andava profilando nei convulsi anni di Weimar. Il libro di Hermann Heller apre così una fondamentale prospettiva sull'esperienza weimariana, idonea ad arricchire il panorama culturale tanto dello storico e del filosofo quanto del giurista. I gravi problemi affrontati da Heller sono infatti radicati in un passato che ci è vicino e che è vivo nel presente.