Questo manuale di storia della filosofia mette in discussione un presupposto tradizionale della disciplina, che, cioè, la filosofia sia una prerogativa europea, nel senso che essa è nata in Europa e poi si è allargata anche alle altre civiltà e culture. Accogliendo le critiche che già cento anni fa filosofi non europei facevano alla concezione che vuole che la filosofia sia un'esclusiva europea, l'autore intende inaugurare un nuovo canone di tipo comparativo e interculturale. Quattro sono le caratteristiche distintive di questo nuovo taglio: l'affiancamento delle storie delle filosofie alle storie politiche; la presentazione delle filosofie delle civiltà non-europee unitamente a quella occidentale; l'amplificazione delle fonti e delle espressioni della filosofia, includendo nel suo orizzonte le scienze umane e le arti; l'esposizione delle idee che si sono susseguite, fatta in funzione degli sviluppi mondiali. L'intento è che questo manuale contribuisca alla coscientizzazione rispetto al carattere globale della filosofia e, con ciò stesso, alla democratizzazione generale della cultura.