Il presente volume nasce dall'osservazione di una pratica che, negli ultimi decenni, sta trasformando l'esperienza della gravidanza nelle società avanzate: la diagnosi prenatale di malformazioni congenite nel concepito. Tuttavia, dietro il carattere a prima vista inoffensivo di questa nuova dimensione dell'ostetricia si celano complesse questioni di natura medica, epistemologica, psicologica, etica e giuridica. Sviluppatasi all'interno di una società bioeticamente disorientata, nell'ambito di una scienza medica in cui il divario tra le crescenti possibilità diagnostiche e le scarse soluzioni terapeutiche è tuttora incolmabile, la diagnosi prenatale rischia di ridursi ad uno strumento di selezione nei confronti dei soggetti "imperfetti".