Per incontrare un autore occorre entrare nel suo mondo. Una chiave di accesso è sicuramente il linguaggio. Attraverso il metodo lessicografico, questa ricerca analizza la coppia concettuale "docere/discere" (insegnare/imparare) nell'opera di Agostino d'Ippona, nella convinzione che i significati dei termini possono essere recuperati per induzione, cioè in base al modo in cui l'autore li ha usati nei suoi scritti. L'analisi di questa porzione di vocabolario mette in luce un percorso che va dal Maestro (che insegna dentro) all'immagine (della Trinità) che struttura la "mens" dell'uomo. Nei processi di apprendimento un ruolo fondamentale è svolto dalle parole: Agostino si confronta pertanto con la funzione dei segni, passando da una relativizzazione dei segni (effetto delle sue conoscenze della dottrina stoica del linguaggio) ad una nuova concezione della parola che apre ad un'interazione tra la sua concezione del linguaggio e la sua teologia dell'incarnazione. Questa seconda edizione è arricchita da un percorso sul tema della grazia che mostra lo sviluppo parallelo di questa idea con quello dei concetti di insegnamento e apprendimento.