«Tutta una riflessione morale sull'attività sessuale e i suoi piaceri sembra sottolineare, nei primi due secoli della nostra era, un certo rafforzamento delle tematiche di austerità. Vi sono medici che considerano allarmati gli effetti della pratica sessuale, tendono a raccomandare l'astinenza e dichiarano di preferire la verginità all'uso dei piaceri. E vi sono filosofi che condannano ogni eventuale relazione extramatrimoniale e prescrivono agli sposi una fedeltà rigorosa e assoluta. Infine, l'amore per i ragazzi sembra essere investito da una certa squalifica dottrinale. Si deve forse riconoscere, nello schema che così si prefigura, l'abbozzo di una morale a venire, quella che si troverà nel cristianesimo quando l'atto sessuale stesso sarà considerato un male, quando non gli si attribuirà legittimità che all'interno del legame coniugale e quando l'amore per i ragazzi sarà condannato come contro natura? E si deve supporre che nel mondo greco-romano alcuni avessero già presagito quel modello di austerità sessuale cui si darà poi, nelle società cristiane, struttura legale e supporto istituzionale?».