Dimenticato dai manuali di filosofia, ridotto a qualche nota a margine, il pensiero dell'Antico Egitto si presenta come una miniera di suggestioni ancora da portare alla luce, sempre che si lascino da parte le categorie filosofiche classiche e ci si metta in ascolto dei testi originali. È questa la sfida di "Nel segno del pensiero", in cui l'autrice, filosofa teoretica, ma anche giornalista e cultrice del geroglifico, si avventura in uno scavo sui generis nei testi classici dell'antico Kemet, per lo più relativi al Medio Regno, per condurre un personalissimo carotaggio in alcuni ambiti precisi: l'uso del mondo, attraverso la conoscenza e l'agire; il modo in cui gli egizi guardavano alla condizione umana; la pulsione alla vita, anche oltre l'esistenza biologica; la continua ricerca di equilibrio per comporre le dissonanze caotiche continuamente in agguato. Pensato come un manuale per i licei e per i corsi di istituzioni di filosofia delle università, "Nel segno del pensiero", cerca - nel modo in cui gli antichi Egizi guardavano alla vita - una chiave di lettura per comprendere la persistenza millenaria della civiltà dei faraoni, nonostante invasioni, emergenze ambientali e sommovimenti.