Rutilio Sermonti affermava: «leggendo Evola, io non ho scoperto Evola, ma me stesso. E non esiste dono più prezioso che io abbia mai ricevuto». Dinanzi all'opera distruttiva del mondo moderno, Julius Evola lancia le sue parole d'ordine: «a un'unica cosa si badi a tenersi in piedi in un mondo di rovine». Perché se l'uomo è il principale bersaglio della distruzione, la resistenza e la rinascita partono dall'uomo stesso, dalla capacità di restare in piedi: «il problema primo, base di ogni altro, è di carattere interno: rialzarsi, risorgere interiormente, darsi una forma, creare in sé stessi un ordine e una drittura» perché «prima di pensare ad azioni esteriori, spesso dettate solo da momentanei entusiasmi, senza radici profonde, si dovrebbe pensare alla formazione di sé, all'azione su sé, contro tutto ciò che è informe, sfuggente e borghese».