In questo libro Julius Evola, partendo dai principi di un "tradizionalismo integrale" traccia le linee essenziali di una dottrina dello Stato e di una visione generale della vita a carattere "rivoluzionario-conservatore": rivoluzionario, con negazione decisa delle ideologie e dei miti che dominano il mondo dell'attuale decadenza europea e specialmente italiana (anticapitalismo, antiliberalismo, anticomunismo); conservatore, come ripresa in tutti i domini dell'idea aristocratica, gerarchica e qualitativa che ha già costituito la base di una superiore tradizione dell'Occidente. Il senso dell'autorità e del vero Stato, l'ideale "organico", la denuncia della "demonia dell'economia", il significato di un nuovo realismo antiborghese, positivo, antimarxista, l'indicazione dei punti di riferimento per la formazione di un tipo umano che vive nella modernità ma non l'accetta ed anche di una élite, l'attacco allo "storicismo" e la revisione della nostra storia al di fuori delle falsificazioni della vulgata corrente, sono fra i principali argomenti affrontati ne "Gli uomini e le rovine (1953)".