"Tracce" è un'opera dalla genesi complessa, programmaticamente eccentrica, sospesa tra narrazione e riflessione filosofica, e rappresenta il frutto esemplare di quel «pensare anche affabulando» teorizzato da Bloch. Apologhi, motti di spirito, proverbi, fiabe romantiche, leggende classiche e orientali, frammenti di dialoghi e conversazioni, romanzi avventurosi e polizieschi vengono raccontati, riletti, interpretati, trasfigurati. Per Bloch riscoprire il valore delle storie significa anche utilizzarle per modificare radicalmente la struttura dell'argomentazione filosofica, richiamandola a ciò che sta prima o fuori del pensiero sistematico, collegando sensibile e sovrasensibile, vissuto e metafisica. Questo pensare frammentario, per immagini, consente di inseguire nel visibile le tracce di ciò che si nasconde, e quelle tracce sono proprio gli elementi del mondo utopico che va cercando Bloch: una vita totalmente nuova e altra rispetto all'esistente.