Epicuro è considerato il "filosofo del piacere", ma il piacere - egli insegna - consiste nell'assenza di dolore nel corpo e di turbamento nell'anima e chi vuole vivere nel piacere deve vivere come un asceta. Perché allora utilizzare questa parola tanto equivoca per indicare il fine dell'uomo? Perché è proprio quando il corpo soffre o ha requie che l'io e l'anima emergono e si svelano a sé e agli altri. E proprio all'anima e all'io Epicuro si rivolge, in un mondo in cui l'uomo si trova solo con se stesso, faccia a faccia con il mistero dell'esistenza. Lo studio dell'opera condotto da Carlo Diano, il cui contributo all'interpretazione del filosofo greco è universalmente considerato fondamentale, illustra con esemplare chiarezza i caratteri principali del pensiero epicureo ed è reso in questa edizione ancora più dirimente grazie alla nuova presenza delle Lettere di Epicuro e dei suoi in appendice.