I materiali su cui è costruito questo libro sono tratti dalle varie raccolte degli scritti editi e inediti di Wittgenstein, composti dal 1929 al 1951, e dalla documentazione coeva offerta dai diari, lettere, dettati e appunti delle lezioni annotate dagli allievi. Nella esplorazione di tali materiali, si è cercato di seguire le tracce della sua riflessione sul tema del mentale, distinto, ma anche per molti versi congiunto, ai temi del linguaggio e della matematica, e di studiarne il faticoso evolversi dalla originaria proposta di una fenomenologia alla formulazione matura di una filosofia della mente. Le prime due parti del libro sono dedicate ai temi del "Middle Wittgenstein" e ai tentativi dei primi anni Trenta di emendare o integrare la logica vero-funzionale del Tractatus, presto ripudiati in favore del nuovo approccio "grammaticale" e del drammatico shift dalla tematica della "verità" a quella del "senso". Le due parti finali vertono sulla psicologia filosofica di Wittgenstein, sul trattamento anti-naturalistico delle esperienze personali e del linguaggio privato, sullo statuto non epistemico del sapere e della certezza, inteso a confutarne l'interpretazione scettica. Incentrata sullo statuto grammaticale dell'intenzionalità e dell'agire intenzionale è la Parte Terza del libro che funziona da trait d'union tra le altre. Nell'analisi delle varie specie intenzionali si profila un nuovo rapporto tra pensiero e mondo, mentre in quella del volere, del fare, del seguire regole si configura la filosofia pratica di Wittgenstein ed emerge la sua concezione del Weltbild, espressione dei cardini delle nostre certezze.