"Sentieri e figure di trascendenza" è il titolo di questo lavoro e al contempo la formula scelta per indicare il filo rosso che ne tiene insieme le riflessioni dei diversi capitoli, uniti dal tentativo di effettuare alcune prospezioni sull'umano e indagarne le radici profonde, oltre il recinto di un asfittico modo di esistenza, da cui la nostra stessa umanità ne risulterebbe ferita a morte. Sentire/opporre resistenza a questa mineralizzazione dell'anima è riappropriarsi dell'empito di trascendenza che sentiamo dentro, dischiuderne/coltivarne il contagio per continue ascensioni verso una pienezza dell'umano, convinti di riconoscere in tale condizione dello spirito non una perdita, ma un guadagno, l'acquisizione di uno sguardo libero da incrostazioni paralizzanti, che dà profondità alla nostra stessa prospettiva sulla realtà che ci circonda.