Può la filosofia marxista-leninista fare a meno della dialettica? Riconosce il relatore che la filosofia del marxismo è il materialismo dialettico, chiese Lenin a Bogdanov? Cos'era diventato il «marxismo ufficiale sovietico» capace di combinare la dittatura ideologica con l'ignoranza filosofica militante? A queste domande risponde Evald Ilyenkov, riesaminando alla fine degli anni '70 Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin con un testo dal titolo Dialettica leninista e metafisica del positivismo, ancora inedito in Italia, ed individuando nel leader rivoluzionario un eccezionale alleato teorico. Come Lenin aveva dovuto combattere gli attacchi promossi dalle teorie di Bogdanov, avvicinatosi all'empiriocriticismo di Mach e Avenarius, quale materialismo dogmatico e reazionario indirizzato contro le scienze della natura, così Ilyenkov combatteva la penetrazione del positivismo nella politica e nella filosofia sovietica, criticando il rifiuto della dialettica funzionale solo al progetto tecnocratico di costruzione del «socialismo» nell'era brezneviana, erede camuffato di quell'empiriocriticismo denunciato da Lenin quale naturale conclusione metafisica della logica del positivismo.