Chi è lo "straniero"? Perché ci imbarazza e ci interroga? Perché ci spaventa e ci attrae? Possiamo continuare a illuderci che sia davvero "altro" rispetto a noi? Di fronte all'affascinante straordinarietà di questa figura, stiamo sprecando l'occasione per apprezzare la duplicità irriducibile di una presenza con la quale ognuno di noi sarà chiamato a confrontarsi. La nozione di "straniero" è l'oggetto dell'analisi storica e teorica svolta in questo saggio: dalla sua formulazione nel contesto dell'antichità classica fino agli esiti più rilevanti della ricerca contemporanea, tra Freud e Derrida. Al di là dell'occasionale opzione politica, e dunque della schematica contrapposizione tra rifiuto e accoglienza, si viene ricondotti alle radici di un fenomeno destinato a sollecitare incessantemente l'intelligenza e le passioni dell'uomo contemporaneo.