Il libro propone un'interpretazione poco convenzionale della filosofia dell'arte di Martin Heidegger, attraverso l'adozione di due strategie ermeneutiche: la prima consiste nel contemporaneo utilizzo, da un lato, dell'impostazione antropogenetica proposta da Peter Sloterdijk, e, dall'altro, dell'apertura eco-ontologica promossa, in particolare, da Timothy Morton (e, di recente, anche da Donna Haraway); la seconda strategia interpretativa assunta nel libro, per discutere la filosofia dell'arte di Heidegger, è stata quella di valutarla a partire dalle più radicali sperimentazioni artistiche contemporanee. Il pensiero dell'arte di Heidegger risulta così interpretato come un sintomo (alto) della crisi dell'epoca Neolitica che condizionerà a lungo le nostre esistenze e la nostra vita in quanto specie umana.