Cosa vuol dire conoscere la natura, oltrepassando il punto di vista di osservazione legato ai nostri cinque sensi? Nella nascita della filosofia si nasconde una fondamentale ambivalenza. La verità che si sostituisce al punto di vista "naturale" non è forse la scoperta di un ordine sovrano che subordina l'uomo al suo governo impassibile? L'ambiguità dunque consiste nel mettere in luce la condizione eccezionale dell'uomo, la quale da un lato rivela la sua capacità di pensare la natura come totalità (una condizione simile a quella di un immortale) standone come fuori, dall'altra lo tiene pur sempre dentro questa totalità che si manifesta nel perenne nascere e morire. Il pensiero greco rappresenta il passaggio dalle narrazioni religiose, che riconoscono la totale subordinazione dell'uomo, alla rivoluzione antropologica moderna, dove la condizione dell'umanità è paragonabile a quella dell'equipaggio di una navicella spaziale, che "vede" ciò che è fuori solo virtualmente e in termini numerici.