L'individuazione dell'indissolubile intreccio tra volontà di formazione e linguaggio costituisce una delle principali acquisizioni teoretiche dell'opus magnum di Ernst Cassirer. E in effetti, con la sua Philosophie der symbolischen Formen il pensatore di Breslavia non soltanto conferisce una nuova torsione semantica al concetto di uomo, ma intercetta anche i limiti della mera identificazione tra linguaggio e ragione, laddove il primato conferito alla seconda ha come conseguenza l'ignoratio del primo. Del resto, per il pensatore di Breslavia il linguaggio riveste un ruolo fondamentale non soltanto nell'ambito dei problemi squisitamente logici, ma anche in quello concernente la costituzione e struttura del mondo della percezione, come si evince da due brevi scritti inediti, qui tradotti per la prima volta e intitolati, rispettivamente, Vom Einfluss der Sprache auf die naturwissenschatfliche Begriffsbildung e Über Sprache, Denken und Wahrnehmung. In questi due scritti inediti a primeggiare è proprio il nesso - certamente assai complesso - tra linguaggio e percezione, da Cassirer affrontato alla luce del concetto simbolo.