Operando una sintesi tra linguistica ed estetica e fra strutturalismo e fenomenologia, il volume intende individuare il momento di trapasso dalla "flagranza" all'"astanza", ossia dal momento di manifestazione dell'opera d'arte nel reale al principio d'individuazione dell'opera d'arte come tale. Servendosi della teoria del referente, Cesare Brandi chiarisce che questo passaggio è possibile solo attraverso un processo di astrazione interna alla struttura stessa del linguaggio. Su questa base teorica, passa infine a esaminare le grandi ramificazioni dell'"astanza" in relazione alle diverse manifestazioni fenomeniche - soprattutto ottiche, foniche e fonico-ottiche -, evitando ogni sclerotizzazione di divisione delle arti al di fuori del veicolo percettivo attraverso cui si determina l'"astanza".