Se l'unica costante all'alba del terzo millennio è il cambiamento, è necessario pensare ai processi più che ai concetti. Che risposta dare a un centro che si frammenta? Come fornire ai soggetti nomadi e ibridi della post-modernità un'etica all'altezza della metamorfosi perenne? Ispirandosi alla filosofia dell'immanenza e della differenza sessuale, Rosi Braidotti indaga gli aspetti materiali e discorsivi della frantumazione delle identità unitarie, con una particolare attenzione all'immaginario mostruoso, al cyberpunk, al fanta-horror. Un testo «di esplorazioni e rischi, di convinzioni e desideri» che rivendica - sulla scorta di Gilles Deleuze e Luce Irigaray - l'urgenza di un pensiero materialista e femminista, di linguaggi porosi e versatili in grado di rivelare orizzonti sociali di speranza e generare visioni alternative sul presente.