"C'è la Cosa, questione ontologica, e ci sono le cose, questione esistenziale". Di esse si occupa il cosofobo, il protagonista di questo racconto che nasce da un'insofferenza semi-autobiografica rispetto al fastidio dello spacchettamento degli oggetti et similia, i quali, non avendo alcuna responsabilità, risultano irritanti, perché dimostrano una loro autonomia. È il frutto di una disperazione politica che rende l'autore antipatico perfino a se stesso. In coedizione con Babbomorto Editore.