Proudhon pensava che, della guerra, tutti "hanno una certa idea, alcuni per essere stati testimoni, altri per averne letto molte relazioni, parecchi per averla fatta". L'osservazione sopra riportata rappresenta il fulcro di un problema. Per quante definizioni possano essere date della guerra, tutte vengono sopravanzate dalla personale percezione del fenomeno, come se questo fosse un'idea innata tra gli uomini. Così ci si trova sgomenti davanti all'enormità della mole dei lavori sviluppati da studiosi di tutte le epoche, che cercano di determinare e definire la natura di questo fenomeno. Da sempre l'intellettuale si è interrogato sull'essenza della guerra. Perché questo è accaduto? La tesi di questo lavoro è che la guerra, unico tra i fenomeni sociali, ha il crisma della "totalità". Essa travolge e assorbe integralmente tutti quanti la incontrino, fosse anche solo su un piano intellettuale o, più superficialmente, percettivo. Questo lavoro non può certo fornire risposte a nessuno in merito ai problemi posti, ma solo insinuare nuovi dubbi e incertezze.