Nelle ultime decadi il dibattito sulla complessità si è imposto alla comunità filosofico-scientifica perché quasi tutti i fenomeni naturali sono descritti da equazioni, spesso insolubili, che non riescono a fornire previsioni certe: è il caso della meteorologia e di tutto ciò che chiamiamo vita. Nonostante le discussioni sulla complessità fisica siano supportate da strumenti concettuali molto sofisticati, il dibattito biologico non è accompagnato da concetti altrettanto ben sviluppati. Del resto, fino agli anni '80 si usavano quasi esclusivamente nozioni prese direttamente dalla fisica, generando problemi di carattere teorico e, addirittura, medico; basti un riferimento generico agli studi sul cancro. Per queste ragioni, l'idea di un testo che tratti direttamente di un'epistemologia della complessità nasce proprio dalla necessità di disambiguare e chiarire quali sono gli strumenti teorici adeguati alla fisica e quali possano essere considerati più specifici per la biologia. Si mostra qui perché esiste il problema della complessità e come essa sia nata per arrivare al dibattito attuale su questi temi, partendo dalla fisica e soffermandosi soprattutto sulla biologia. Si affrontano poi alcuni dei concetti scientifico-epistemologici più importanti nell'ambito della complessità soprattutto biologica, introducendo anche nuovi strumenti teorici per comprenderne e gestirne la complessità specifica. Postfazione di Mario Rasetti.