Un flusso di elettroni in una rete di distribuzione elettrica inizia inesplicabilmente a scorrere nel verso sbagliato, generando un blackout che paralizza la vita di cinquanta milioni di persone; un piccolo cumulo di rifiuti abbandonati su un canale di scolo ha il potere di suscitare una risposta affettiva in chi lo osserva; i grassi omega-3 interagiscono con gli elementi chimici nei cervello umano influenzando il nostro comportamento: la materia non è sostanza inerte, ma compone una fitta trama di entità non umane dotate di una potenza propria. Jane Bennett, la voce più autorevole dell'ecosofia contemporanea, descrive la «materialità vitale» che scorre attraverso tutti i corpi, organici e inorganici, invitandoci ad aprire la teoria politica alle forze non umane: se abbracciassimo un'idea di agentività che oltrepassa il dominio dell'umano e imparassimo a riconoscere attorno a noi la presenza di forze diversissime potremmo riuscire a coltivare politiche più responsabili e logicamente sostenibili. Riesaminando da questa nuova prospettiva Spinoza, Thoreau, Darwin, Deleuze, Kant e Platone, tra gli altri, "Materia vibrante" ci insegna a tornare a osservare il mondo con lo sguardo incantato dell'infanzia, e ad aprirci alla meraviglia e alla potenza di un universo molto più vivo di quanto avessimo finora sospettato.