«Quando dei dirigenti di un Paese accettano che si commettano crimini nel nome della Patria allora tutti i cittadini si ritrovano a far parte di una nazione criminale. Siamo disposti a consentire che questo capiti anche a noi? Il caso di Djamila Boupacha riguarda tutti i Francesi.» Simone de Beauvoir non era algerina, non conosceva Djamila Boupacha, era al culmine della fama, non era in crisi creativa e non aveva certo bisogno di farsi dei nemici in più: eppure si spese con tutta l'energia possibile, come se la pelle della giovane algerina fosse la sua. Per Simone de Beauvoir l'impegno del filosofo non è una opzione ma un fatto: l'etica non la fanno gli altri ma noi.