Dinnanzi a una realtà esteriore che appare sempre più come un luogo sprofondato nel disordine e nella più radicale evanescenza, la vita altrettanto in disordine degli individui sembra orientarsi verso il proprio mondo interno, gli interessi privati, la sfera intima. Su questo "ripiegamento" aleggia presto il sospetto che si tratti di una tendenza all'isolamento, con un conseguente giudizio di condanna. Se tuttavia la crisi del nostro modo di vivere fosse irreversibile, il rientro in noi stessi potrebbe far parte di un più profondo bisogno di introversione, quasi il preludio a una nuova, più equilibrata, visione delle cose. Il primo passo con cui il mondo contemporaneo starebbe seguendo il filo della sua più segreta vocazione.