Il discorso sull'angoscia sembra scomparso dall'orizzonte culturale ma non si è dileguato il senso di paura, di abbandono e solitudine dell'uomo. Balthasar apre uno spazio di riflessione entrando in stretto dialogo con la filosofia, in modo particolare con Heidegger e con le analisi del pensiero freudiano. A partire dalle intuizioni dell'unica riflessione teologica esistente nei tempi moderni su questo tema, il 'Concetto di Angoscia' di Kierkegaard, Balthasar intende dar corpo a una «teologia dell'angoscia» che, da un lato, ne ridimensioni l'«ipertrofia» nella nostra epoca e, dall'altro la collochi all'interno di un discorso rivelativo: il grido di Gesù sulla croce «dice» di Dio e dell'Uomo. Il libro, partendo dalla parola delle Sacre Scritture, mette poi in rilievo i molteplici livelli in cui si articola il fenomeno dell'angoscia, cogliendone nessi, distinzioni e movimenti, per concludersi con un affondo sull'essenza dell'angoscia, in cui verificare se l'impostazione biblica ha potuto dirci di più e più in profondità di Kierkegaard e dei suoi prosecutori.