Sempre più spesso quella che si definisce "finanza internazionale" esce dai circoli degli addetti ai lavori e fa irruzione nella vita di tutti i giorni della cosiddetta gente comune: lo vediamo sulle pagine dei nostri giornali e nei servizi televisivi; la incontriamo, più o meno consapevolmente, quando prendiamo decisioni sull'investimento dei nostri risparmi; facciamo i conti con le conseguenze dei suoi movimenti come consumatori e come lavoratori; ne facciamo oggetto delle nostre preoccupazioni quando, come cittadini motivati e attenti al bene comune, prendiamo coscienza di fenomeni preoccupanti, come quelli del debito estero dei Paesi poveri o delle tragiche condizioni di vita di troppi abitanti del nostro pianeta. Si tratta di una delle conseguenze di quel processo di globalizzazione che caratterizza il mondo contemporaneo e da cui non è possibile tirarci fuori. Tutti questi fenomeni ci interpellano anche come credenti e chiedono da noi risposte precise, che si traducano in azioni e prese di posizione. Di fronte a questo compito tanti si sentono presi alla sprovvista, privi di adeguati riferimenti e criteri per orientarsi in una materia complessa e in una marea di informazioni, di fonte diversa e difficili da controllare.