Un breve e agile saggio dal quale emerge la fecondità di inattese intuizioni provenienti da un confronto tra due pensatori, per più motivi, opposti. Così come Camus, giudica peccato contro la vita il fatto di sperarne un'altra, e annuncia che è compito di ogni uomo non "sottrarsi all'implacabile grandezza di questa", per Bonhoeffer l'allestimento di tranquilli "retro-mondi", vale a dire luoghi dove la fede celebra se stessa scansando l'incontro con la storia, è non solo impoverimento della fede ma una sua deformazione che ne affretta la disintegrazione. Un testo in cui filosofia e teologia si confrontano: i dubbi del filosofo e gli interrogativi del teologo convergono anche se la trattazione delle domande e l'elaborazione delle risposte risulta differente.