La storia può apparire spesso come una successione ininterrotta di prevaricazioni e distruzioni, priva di qualsiasi razionalità. Eppure, a uno sguardo più attento, essa si rivela ben più complessa, frutto di una contraddizione permanente e tuttora aperta tra la logica del dominio, da un lato, e la cultura della dignità e dell'armonia con la natura, dall'altro. Lodare questa cultura senza smascherare quella logica è pura retorica. Ma giungere alla resa disperata nei confronti dei rapporti di forza vigenti nella società, credendo che la violenza sia l'unica sovrana nella storia, è non meno sbagliato. In tutta la sua opera Theodor W. Adorno ha cercato di svolgere il compito di analizzare le forme organizzate, sistematiche e "normalizzate" del dominio e della menzogna, peraltro senza mai chiudere lo spiraglio che lascia spazio alla speranza di un riscatto che porti alla luce il volto più fedele dell'umanità. La sua diagnosi della ragione occidentale mostra che essa non va liquidata, piuttosto va guarita da quel virus del totalitarismo che la rende delirante. Solo passando per questa radicale autocritica la ragione potrà divenire un'energia di lucidità necessaria all'azione impegnata nell'autentica trasformazione storica, quella che promette di avvicinare l'umanità a una condizione di vita che non sia una sventura. Questo libro esplora il percorso di Adorno sapendo evidenziarne i passaggi e le implicazioni con grande chiarezza.