Il principio di autorità, che ha fatto grande Roma e il suo impero e che il cristianesimo ha trasmesso all'Occidente, ha conosciuto una crisi irreversibile a partire dall'età moderna. Nessuna rivoluzione ha saputo rifondarlo su nuovi presupposti, mentre i regimi totalitari del Novecento hanno avvalorato pericolose confusioni tra autorità e autoritarismo illiberale. L'autorità, sostiene Hannah Arendt in questo saggio scritto nel 1954, precede il potere e lo legittima: essa non si fonda né sulla forza né sulla persuasione, ma sul riconoscimento e il rispetto indiscusso da parte della comunità. Con impareggiabile rigore, la grande pensatrice tedesca indaga le origini, gli sviluppi e il tramonto di una delle idee centrali della teoria politica oltre che di uno dei fondamenti della convivenza civile, un percorso destinato a sfociare nella «perdita della solidità del mondo», ovvero nella nascita di quella che molti anni dopo Zygmunt Bauman chiamerà la «società liquida».