Il saggio di Dario Antiseri che qui presentiamo rappresenta un'accurata analisi del dibattito filosofico che seguì la pubblicazione dell'opera di Karl Popper: La società aperta e i suoi nemici. In particolare, Antiseri analizza le risposte di un gran numero di filosofi alla nota interpretazione di Popper sul "Platone totalitario". Replicando ai critici di Popper, Antiseri si chiede se il progetto politico di Platone non sia il tentativo di trasformare in mondo reale un mondo ideato e guidato da una pattuglia di filosofi che sanno che cosa è il Bene e che, di conseguenza, saranno divorati dallo zelo - dal diritto e dovere - di imporre questo Bene a ogni costo. Ed ancora, si chiede Antiseri, è proprio vero che l'interpretazione che Popper dà di Platone è «assurda», che è «una deformazione modernizzante di Platone», che è «un tradimento del significato più autentico del discorso politico di Platone»? In realtà, afferma Antiseri, l'interpretazione popperiana di Platone si situa all'interno di una consistente e del tutto rispettabile tradizione storiografica - rispettabile e, ovviamente, criticabile, contestabile, così come lo è qualsiasi altra ipotesi scientifica.