Un'indagine e un'esplorazione lungo i margini dei testi levinasiani (non marginali rispetto "ai" testi, ma condizione della loro pensabilità), che cerca di corrispondere al paradosso dell'inesperibilità dell'esperienza fondamentale in essi sedimentata. Il vuoto o l'assenza - il buco (trou) dell'inizio, che storicamente è il traumatisme della Shoah, l'ininterpretabile che inquieta il pensiero, lo "barra" e proscrive. A partire dai Carnets de captivité sino ad Autrement qu'être, si coglie nell'evento-Auschwitz e nella sua "elaborazione" il non-luogo ermeneutico della fenomenologia della soggettività etica, sino alla sua cifra iperbolica: l'approche-sostituzione, il sacrificio che, sul bordo di un intreccio di tradizioni, Lévinas traccia e rilancia.