Nella stessa Firenze un frate domenicano, Remigio de' Girolami (morto nel 1319), citando Aristotele, aveva detto: "La città è più importante della famiglia e dell'individuo, perché la totalità necessariamente primeggia sulle parti." Inoltre egli riteneva che gli uomini dovessero subordinare il loro interesse personale a tutto vantaggio dell'insieme dei cittadini, perché si nasce certamente per sé, ma anche per i propri amici e per la propria patria. Erano concetti già presenti in S. Tommaso. Sulla stessa linea, la "carta" fondamentale della città del Savonarola riflette pienamente lo sforzo di restaurazione spirituale che egli cercava e la sua profonda adesione al pensiero di San Tommaso d'Aquino. Molti avvertirono il profondo fascino della persona e della proposta del Savonarola. La sua cella, il convento di San Marco, furono un luogo d'incontro per moltissimi pensatori ed artisti del tempo (tra gli altri: oltre a Lorenzo e Pico della Mirandola, il Botticelli, Michelangelo e lo stesso Machiavelli che pure diede vita ad una linea di riflessione politica opposta). Neppure la sua condanna e tragica morte spensero l'efficacia del suo insegnamento. Dal punto di vista spirituale gli si richiamarono esplicitamente molti, tra i quali ad esempio: Santa Caterina de' Ricci e San Filippo Neri fino a Pier Giorgio Frassati.