Incrinate le corazze, lacere le vesti, lordi di sangue e terra gli elmi fieri, avanzano gli Elden verso le scoscese montagne, oltre le quali si compiranno i loro destini. Provati ma non abbattuti dalla lotta, essi attraversano lande di confine, un tempo costellate di serene cittadine, ora abbrutite dagli orrori della guerra, prede della violenza cieca e soggiogate dalla feroce prepotenza. L'innocenza è violata, la giustizia calpesta, non però dal conquistatore straniero, nemico manifesto, ma dai concittadini stessi, che non si curano della patria, preferendo divorarla a proprio vantaggio. Il vicino, l'amico, il fratello si rivelano essere traditori che da anni e lustri ammorbano la terra natia seminando orrore e miseria: l'ormai decadente Repubblica di AristoS disvela profonde ferite, infette da crimini invendicati, silenzi atroci, mostruosità obliate e, nel lacerarsi dei legami, gli Elden affonderanno tra le ombre della sconfitta e della perdita, tra speranze sepolte e rinnovate. Emblema di una terra piagata in cerca di redenzione, la Grotta del Dàkryon disserra infine le proprie fauci, rivelando segreti da troppo tempo sepolti.