Il titolo del romanzo richiama il sonetto proemiale del Canzoniere di Petrarca, Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono. Ciò perché la fonte degli accadimenti, in gran parte surreali, è appunto il Rerum vulgarium fragmenta, un manoscritto autografo ritrovato casualmente da Giovanni Angelini, il protagonista del romanzo, in una libreria antiquaria. Di questo testo, pieno di correzioni e mancante di diversi componimenti rispetto alle due note versioni del Vaticano Latino 3196 e 3195, si persero le tracce nel 1380, sei anni dopo la morte del Poeta, in occasione della traslazione delle spoglie dalla chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta all'arca marmorea situata accanto alla stessa chiesa...