"Come in un individuo adulto che ricorda con malinconia le calde certezze della propria infanzia, il protagonista con un approccio quasi superstizioso tenta di riprodurre illusoriamente tempi passati, per ricadere inesorabilmente in un presente di angoscia, ma pur sempre ricco di individuale orgoglio del possesso dei propri principi. Un mondo in cui, nonostante l'insicurezza, non siamo soli a ritrovarci smarriti, a sentirci sperduti nella perdita dei nostri valori. È una perdita condivisa da una generazione intera che ha vissuto l'ultimo cinquantennio della storia italiana con l'affermarsi e il sovrapporsi di partiti e personaggi politici a volte discutibili ma spesso di grande spessore culturale e che si trova improvvisamente spiazzata da una dimensione diversa con la responsabilità di non averne avuto consapevolezza, di non aver percepito in tempo il cambiamento per prevenire i rischi della nuova epoca o, quanto meno, per giungervi preparati."