Bianca Bellová ci porta in un '600 immaginifico in cui si intrecciano tre filoni narrativi imperniati sul potere salvifico della parola: il ritorno sull'Isola del vecchio mercante Izar e il suo rapporto con la principessa Núrit, apparentemente algida e distante; il diario privato di Izir, che svela il suo punto di vista sulla vicenda; infine, la storia di un ragazzo senza nome, figlio di un raccoglitore di letame, deriso da tutti per via del suo lavoro. Personaggi vividi, ciascuno alle prese con i propri traumi e le proprie colpe. In filigrana le fantasmagoriche storie di Izir, che nessuno sa se siano vere o inventate, ma che sanno portare sollievo dalle miserie del mondo.