Anche in questo romanzo Paul Timewood, come è solito fare, inizia "in medias res", portando il lettore a essere ascoltatore privilegiato di un dialogo intenso e spettatore di una scena fra l'Uomo e il suo Creatore, che pare in atto già da molto tempo. L'attenzione viene catturata subito: la storia infatti impegna chi legge dalle righe iniziali e già prima ancora, sin dalla Prefazione, in cui la mano dell'Autore (con impronta autobiografica?), ci conduce attraverso fotogrammi della sua infanzia e adolescenza, facendoci assaporare le sue emozioni che assomigliano, incredibilmente, alle nostre. La prosa dell'Autore in questo lavoro rivela una vena già presente in altri romanzi, ma che è qui più corposa, vivace, veloce, allegramente saltellante, come un gattino che ha appena scoperto il giardino dietro casa.