La costruzione a venire (2020), Lo specchio tra i mondi (2022) e Un'ombra che si inseguiva (2024) costituiscono, a loro modo, una trilogia e con quest'ultima opera l'autore torna al principio, per giungere, potremmo dire, alla dissolvenza. In mezzo ai due estremi c'è però uno specchio: le umbrae, le immagini, delle quali qui si racconta, non sono dunque forse che il riflesso della grande opera di costruzione prima sognata, e viceversa. Senza perdere di vista un sottile gioco metaletterario, tutto viene ricompreso in quest'ultimo tassello, per finire e ricominciare: al centro di tutto questa volta c'è un viaggio nelle profondità della Terra, in un mondo rispecchiato e capovolto, con elementi di fantascienza, fantapolitica, fantaspionaggio, suggestioni oniriche e simboliche con gotici passaggi da incubo, e un ruolo particolare attribuito alla Musica, nello stile visionario e fantasmagorico della trilogia, che alla narrazione affianca la via del flusso di coscienza.