La penna profetica di Régis Messac immagina, in anticipo sui tempi, il secondo conflitto mondiale, che tuttavia dura ben poco. L'esplosione di un'arma chimica rende l'aria irrespirabile, deformando i muscoli facciali di tutti gli abitanti del pianeta. Il genere umano si estingue sghignazzando. In una grotta sopravvivono un gruppo di bambini e un unico adulto che, scrivendo il suo memoriale allucinato, testimonia l'ascesa di una nuova umanità. I giovani superstiti plasmano un nuovo linguaggio, reinventano la guerra, la geometria, l'amore, e sono devoti a un dio infantile, che nel loro strano idioma chiamano Quinzinzinzili. Scritto negli anni Trenta del Novecento e pubblicato oggi per la prima volta in Italia, "Quinzinzinzili" è una gemma letteraria ingiustamente dimenticata, un romanzo postapocalittico che sorprende per la sua geniale ironia e per il suo pessimismo visionario.