L'equipaggio dell'Iperione è immerso nel sonno quando un guasto ai motori spinge la nave fuori dalla sua rotta. L'unica possibilità di salvezza sarà l'atterraggio di fortuna su un piccolo pianeta deserto, colpito da sconosciuti fenomeni atmosferici. Durante la marcia verso un luogo più sicuro, ai naufraghi accadrà qualcosa. C'è un legame tra la loro disavventura e la distruzione della stazione mineraria Kelvin? Perché la commissione che indaga su quei fatti è ripetutamente disturbata da accadimenti senza spiegazione? E cosa unisce il destino della Stazione Kelvin a quello del tecnico che lavora in completo isolamento sulla superficie di un asteroide dove non succede mai niente? A metà strada tra racconto di fantascienza, apologo metafisico e ghost story, "La parte fredda del fulmine" (spin-off, come usa dire oggi, del romanzo "Stazione Kelvin") accompagna i suoi personaggi e i suoi lettori in uno spazio rarefatto, percorso da angosce profonde e minacce, nell'attesa di qualcosa che, finalmente, sta per compiersi.