XXI Secolo. Negli Stati Uniti d'Europa e d'America, il potere è gestito da der Alte, il presidente androide, e soprattutto dalla giovane (troppo giovane?) e volitiva First Lady, Nicole Thibodeaux. Attorno a loro una moltitudine di personaggi mostruosi: un pianista dotato di poteri telecinetici, l'ultimo psicoanalista rimasto in un mondo dominato dalla chimica farmaceutica, mutanti uomini di Neandertal, gerarchi nazisti richiamati dal passato... In questo paesaggio che appare a tratti una parodia della distopia orwelliana, si dispiega una narrazione zigzagante, che mette assieme alcuni dei temi più classici della letteratura dickiana: i replicanti artificiali indistinguibili dagli umani, le distorsioni del potere e del capitalismo industriale, l'oppressione delle masse, il nazismo come Male assoluto e nemesi della società americana, la malattia mentale, ma anche il ruolo dell'arte e della musica. Capolavoro del romanzo postmoderno, I simulacri è soprattutto una riflessione, assieme allucinata e lucidissima, sul tema della verità e della menzogna, dell'apparenza e della realtà che a noi, lettori del "vero" XXI secolo, appare più attuale che mai.